Pubblicato · Aggiornato
Definizione di Disprassia:
DSM-5 (APA, 2013) – 315.4 (F 82 nell’ICD-X) DEVELOPMENTAL COORDINATION DISORDER – DCD (Disturbo di sviluppo della coordinazione)
Viene inserito nella famiglia dei disturbi del neuro-sviluppo, con il codice 315.4. La diagnosi di questo disturbo, secondo il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, necessita dei seguenti criteri:
- L’acquisizione e l’esecuzione delle abilità motorie coordinate risultano notevolmente inferiori rispetto a quanto atteso considerate l’età cronologica dell’individuo e l’opportunità che l’individuo ha avuto di apprendere e utilizzare tali abilità. Le difficoltà si manifestano con goffaggine (es. cadere o sbattere contro oggetti), lentezza e imprecisione nello svolgimento delle attività motorie (es. afferrare un oggetto, usare forbici o posate, scrivere a mano).
- Il deficit delle abilità motorie indicato nel Criterio A interferisce in modo significativo e persistente con le attività della vita quotidiana adeguate all’età cronologica (es. cura e mantenimento di sé) e ha un impatto sulla produttività scolastica, sulle attività pre-professionali, sul tempo libero e sul gioco.
- L’esordio dei sintomi avviene nel primo periodo dello sviluppo.
- I deficit delle abilità motorie non sono meglio spiegati da disabilità intellettiva (disturbo dello sviluppo intellettivo) o da deficit visivo e non sono attribuibili a una condizione neurologica che influenzi il movimento (es. paralisi cerebrale, distrofia muscolare, disturbo degenerativo). (American Psychiatric Association, 2013)
Disturbo dello sviluppo della coordinazione nell’ICD-10
Nell’ICD-10, questo stesso disturbo, viene identificato con il codice F82 e chiamato SDDMF (Specific Developmental Disorder of Motor Function). Nell’International Classification of Diseases, il Disturbo dello Sviluppo della Coordinazione viene descritto attraverso i seguenti criteri:
- Disturbo in cui la caratteristica principale è una grave compromissione dello sviluppo della coordinazione motoria che non è spiegabile in termini di disabilità intellettiva generale o di qualsiasi disordine neurologico specifico, congenito o acquisito.
- Nella maggior parte dei casi, tuttavia, un attento esame clinico mostra segni di immaturità dello sviluppo neurologico, quali movimenti coreiformi degli arti, movimenti a specchio e altre caratteristiche motorie associate, nonché segni di compromissione della motricità grossolana e fine.
- La definizione esclude anomalie della mobilità e della deambulazione, mancanza isolata di coordinazione e compromissione motoria secondaria a ritardo mentale o associata ad altri disturbi medici e psicosociali.
I Fattori di rischio
I fattori di rischio che hanno mostrato una maggiore specificità per il DCD sono il basso peso alla nascita e la forte prematurità (J Edwards et al., 1994).
I maschi hanno una probabilità maggiore, che varia tra 4 a 1, delle femmine di presentare il disturbo. (R Faebo Larsen et al., 2013 – JG Zwicker et al., 2013 – SR Harris et al., 2015).
L’influenza della prematurità nello sviluppo globale del bambino, anche in assenza di deficit neurologici maggiori, frequentemente correlati con la prematurità (es. PCI, Disabilità intellettiva), ci permette di evidenziare come nella fascia d’età compresa tra i 5 e i 6 anni, siano presenti difficoltà rilevanti a carico dei maggiori processi cognitivi. Tra questi troviamo le funzioni esecutive, le abilità visuo-percettive, le visuo-motorie; ma anche funzioni neuropsicologiche estremamente rilevanti come l’attenzione, il linguaggio e la memoria di lavoro. (Bhutta et al., 2002 – Salt et al., 2006 – Sansavini et al., 2010).
Tipologie di Disprassia
È necessario distinguere due tipologie di Disprassia:
- Disprassia secondaria: è associata ad altre patologie e sindromi, tra cui Paralisi Cerebrale Infantile, Sindrome di Williams, Sindrome di Down, Disturbi Pervasivi dello Disturbo, Disturbi neurologici e neuromuscolari, Disturbi Visivi e ADHD;
- Disprassia primaria o pura: non è associata ad altre condizioni patologiche e il livello cognitivo risulta nella norma
Cosa possiamo osservare in un bambino Disprassico:
- goffaggine: caratterizzata ma movimenti impacciati, alterati nelle sequenze temporali, maldestri e poco o affatto efficaci;
- posture inadeguate, dipendenti da scarsa consapevolezza del proprio corpo, le quali interferiscono sia sul mantenimento di un buon equilibrio sia sulla coordinazione del movimento;
- confusione della lateralità con difficoltà ad orientarsi nello spazio e di trovare il proprio posto in una situazione nuova;
- problemi di consapevolezza del tempo con difficoltà nel rispettare gli orari e nel ricordare i compiti nella giornata;
- ipersensibilità al contatto fisico e problemi a portare vestiti in modo confortevole;
- problemi nell’eseguire attività fisiche come correre, prendere ed usare attrezzi, tenere la penna e scrivere;
- ridotto sviluppo delle capacità di organizzazione, con conseguenti evidenti difficoltà nell’eseguire attività che richiedono sequenze precise;
- facile stancabilità;
- scarsissima consapevolezza dei pericoli;
- comportamenti fobici, compulsavi ed immaturi.
Caratteristiche della Disprassia riguarda:
- La capacità di progettare, controllare e l’eseguire il movimento finalizzato all’uso di un oggetto (es.
Difficoltà:
- Nel pensare l’atto motorio: organizzarlo nella mente, progettarlo, soprattutto per atti motori nuovi e complessi.
- Nel modificare il movimento per adattarlo all’ambiente (non sbattere dappertutto).
- Nella tipologia percettivo-tattile, cinestesico, visivo.
- Le difficoltà nella coordinazione sono presenti sin dalla prima infanzia (ritardo nell’acquisizione delle tappe dello sviluppo motorio e negli apprendimenti motori).
- Le abilità visuo-costruttive e visuo-spaziali (assemblare puzzle, realizzare costruzioni), di disegno e scrittura sono carenti (goffaggine generale nei movimenti fine e/o grosso-motori: tendenza a far cadere gli oggetti, inciampare, sbattere contro gli ostacoli, difficoltà nei giochi con la palla e nella scrittura.).
Colpisce circa il 6% dei bambini tra i 5-10 anni (1/3 ha sintomi gravi)
- Maggiormente presente nei maschi (4:1)
- Le cause sono ignote, nonostante ci sia la sicurezza che siano di origine genetica.
- Spesso associata a esposizione prenatale all’alcol, basso peso alla nascita, prematurità
Può essere secondaria a patologie quali: Disturbi pervasivi, Sindromi genetiche, Deficit cognitivo, Disturbi neurologici.
Il disturbo può manifestarsi con un notevole ritardo nell’acquisizione delle tappe motorie fondamentali (per es. camminare, gattonare, stare seduto), la tendenza a far cadere gli oggetti, goffaggine e prestazioni carenti nelle attività sportive o una scrittura carente dal punto di vista grafo-motorio.